Il panorama dell’immunoterapia oncologica ha assistito a un progresso fondamentale questo ottobre, quando i ricercatori del MIT e della Harvard Medical School hanno svelato un approccio ingegneristico innovativo che trasforma le cellule natural killer (NK) in sofisticati agenti antitumorali capaci di evadere il rigetto immunitario. Questa svolta affronta una delle sfide più persistenti dell’immunoterapia cellulare: la tendenza del sistema immunitario ospite a rigettare le cellule terapeutiche prima che possano eliminare le neoplasie.

Il team, guidato dal Professor Jianzhu Chen del MIT e dal Dr. Rizwan Romee di Harvard, ha sviluppato cellule CAR-NK prive di proteine HLA di classe I mentre esprimono geni immunomodulatori aggiuntivi. Questo approccio di ingegneria molecolare crea quelle che i ricercatori descrivono come cellule terapeutiche “invisibili”—guerrieri immunitari che scivolano oltre i sistemi di sorveglianza del corpo mantenendo le loro capacità di eliminazione tumorale.

Le cellule natural killer rappresentano una componente elegante del nostro arsenale immunitario innato. A differenza delle loro controparti T-cellulari, le cellule NK non richiedono sensibilizzazione previa per riconoscere e distruggere cellule maligne, impiegando meccanismi che includono la citolisi mediata da perforina e l’espressione di ligandi di morte. Incorporando recettori chimerici per l’antigene (CAR) in queste cellule, gli scienziati combinano la citotossicità intrinseca delle cellule NK con una precisione mirata contro specifici antigeni tumorali.

Il significato dell’innovazione si estende oltre il risultato tecnico. Le terapie tradizionali con cellule CAR-T, sebbene rivoluzionarie nel trattamento delle neoplasie ematologiche, richiedono diverse settimane di preparazione e comportano rischi di complicanze gravi, inclusa la sindrome da rilascio di citochine—una risposta infiammatoria potenzialmente letale. Le cellule CAR-NK ingegnerizzate hanno dimostrato un rilascio di citochine notevolmente ridotto in modelli murini umanizzati, raggiungendo al contempo un’eliminazione superiore delle cellule tumorali.

Negli studi preclinici, i topi che ricevevano le cellule CAR-NK modificate mostravano una persistenza terapeutica sostenuta ed eliminavano la maggior parte delle cellule tumorali, mentre i gruppi di controllo con cellule non modificate sperimentavano la morte rapida delle cellule NK entro due settimane e una progressione tumorale incontrollata. Questa durabilità rappresenta un progresso cruciale verso terapie cellulari “pronte all’uso”—trattamenti standardizzati disponibili immediatamente alla diagnosi piuttosto che richiedere una produzione specifica per il paziente.

Le implicazioni si propagano attraverso l’oncologia e oltre. Il team di ricerca sta perseguendo studi clinici presso il Dana-Farber Cancer Institute ed esplorando applicazioni nei disturbi autoimmuni, incluso il lupus. Questa versatilità suggerisce che la tecnologia CAR-NK potrebbe annunciare una nuova era nella medicina di precisione, dove cellule immunitarie ingegnerizzate affrontano diverse patologie con sicurezza ed efficacia senza precedenti.

Mentre l’immunoterapia cellulare evolve dalla promessa sperimentale alla realtà clinica, questo progresso esemplifica come l’ingegneria molecolare sofisticata possa superare barriere biologiche un tempo ritenute insormontabili. La creazione di cellule CAR-NK che eludono il sistema immunitario segna non semplicemente un miglioramento incrementale ma una reimpostazione fondamentale di come le difese del corpo vengono dispiegate contro la malattia.


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